In occasione della Giornata mondiale dell’infanzia, l’Autorità garante, il Ministero della Giustizia e l’associazione Bambinisenzasbarre hanno rinnovato la Carta dei diritti dei figli dei genitori detenuti.
Il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede, la Garante per l’Infanzia e l’adolescenza Filomena Albano e la presidente dell’Associazione Bambinisenzasbarre Lia Sacerdote, hanno rinnovato il 20 novembre la Carta dei diritti dei figli dei genitori detenuti. Il Protocollo d’intesa siglato è al suo secondo rinnovo, a conferma dell’interesse che le parti riconoscono alle condizioni che vivono i figli minori di genitori detenuti e alle difficoltà che in tante occasioni si trovano ad affrontare, sia che vivano assieme a loro, condividendone le limitazioni degli ambienti di detenzione, sia che li incontrino in carcere nel tempo loro concesso dalla legge.
Il Protocollo Carta dei figli di genitori detenuti promuove infatti l’attuazione concreta della Convenzione ONU sulla tutela dei diritti dei bambini e adolescenti, agevolando e sostenendo i minori nei rapporti con il genitore detenuto e indicando forme adeguate per la loro accoglienza in carcere.
Nel febbraio 2017 i firmatari del Protocollo sono stati invitati a presentare i risultati sul sistema giudiziario italiano presso la sede ONU di Ginevra, in un incontro a porte aperte che è stato interamente dedicato alla Carta italiana come modello adottabile da altri Paesi.
Nei quattro anni di applicazione della Carta, siglata per la prima volta nel marzo del 2014 e successivamente rinnovata il 6 settembre 2016, i risultati raggiunti, riferisce il Ministero della Giustizia, “descrivono fasi di progressivo miglioramento: le sale d’attesa per i bambini sono ora presenti in 80 istituti (nel 2016 erano 66), mentre le sale colloqui risultano presenti in 112 istituti (nel 2016 erano in 105); le ludoteche sono attive in 76 istituti mentre le aree verdi in 114”.Il Ministero della Giustizia ricorda anche che “grazie a questa crescente attenzione, tradotta in luoghi sempre più accoglienti per i minori e i loro genitori, sono aumentate nell’ultimo biennio anche il numero di visite che i figli minorenni hanno fatto ai genitori: per la fascia di età 0-5 anni si è passati da circa 14mila richieste a 19.200, mentre la fascia 6-11 anni è salita da 13mila a poco più di 16mila. Uno spazio accogliente, incentiva il rapporto genitore detenuto-figlio e favorisce l’affettività che viene coltivata nonostante le situazioni non siano ottimali. La stessa attenzione che la Carta destina ai rapporti genitore detenuto-figlio minore, viene riservata ai fratelli e alle sorelle minorenni dei giovani detenuti”.
Il Protocollo d’intesa appena rinnovato ha, fra i suoi obiettivi, l’ambizione di evitare la presenza di bambini in carcere, ma in attesa che questo si possa realizzare, vuole fare in modo che i minori abbiano sempre più la sensazione di una vita normale attraverso il libero accesso alle aree all’aperto, agli asili nido e alle scuole; che il personale a contatto con loro sia sempre più specializzato, prevedendo corsi di formazione; che siano attivate misure a supporto della genitorialità, che in carcere vive condizioni di estrema fragilità.
“Sono rimasto particolarmente colpito – ha dichiarato il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede – dalla tragedia di Rebibbia, dove una detenuta ha ucciso i suoi due bambini. È preciso dovere dello Stato intervenire per essere vicini alle associazioni che seguono i percorsi di questi minori che, senza nessuna colpa, vivono l’esperienza drammatica della detenzione. Allo stesso modo dobbiamo creare le condizioni perché anche ai minori con un genitore detenuto possa essere garantita l’affettività derivante dalla prosecuzione del legame familiare”.
La Garante per l’infanzia e l’adolescenza Filomena Albano dichiarando che è “significativa e altamente simbolica la firma del protocollo in questa giornata segno della nostra attenzione verso i bambini più vulnerabili. I figli delle persone detenute hanno gli stessi diritti degli altri bambini. Tra questi diritti il principale è mantenere il legame affettivo con il genitore anche attraverso incontri e contatti regolari, tranne nei casi in cui ciò non sia in contrasto con il superiore interesse del minore. Promuovere il mantenimento di relazioni familiari di qualità incide positivamente non solo sul genitore recluso ma soprattutto sullo sviluppo del bambino. Il protocollo è già stato segnalato come una buona pratica dell’Italia dal Comitato dei Ministri del Consiglio d’Europa in occasione della raccomandazione dello scorso aprile sui figli dei genitori detenuti”.
Lia Sacerdote, presidente dell’Associazione Bambinisenzasbarre, ha a sua volta detto che “Bambinisenzasbarre è lieta di vedere confermato nuovamente l’impegno che in questi anni ha reso visibile la condizione dell’infanzia che incontra il carcere e la volontà di rendere concretamente applicata la Carta dei diritti dei figli di genitori detenuti su tutto il territorio nazionale liberandoli soprattutto dall’emarginazione e dall’esclusione sociale. È così possibile quindi proseguire il processo trasformativo avviato e sviluppare le sue potenzialità in modo che attraverso la parte più fragile raggiunga e coinvolga la società esterna a cui il carcere appartiene, coinvolgendo gli altri sistemi educativi, a dispetto della sua identità di “istituzione totale” e a dimostrazione di quanto sia cruciale il legame con il territorio e la società libera“.
IL TESTO RINNOVATO DELLA “CARTA DEI DIRITTI DEI FIGLI DEI GENITORI DETENUTI”
Protocollo CARTA DEI DIRITTI DEI FIGLI DI GENITORI DETENUTI versione 16.11 DEFINITIVA