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CAMPAGNA 2016 – “I diritti dei grandi iniziano dai diritti dei bambini.” Anche in carcere.

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La nostra campagna di sensibilizzazione è iniziata il 20 novembre (terminata il 23.12), ricorrenza della Giornata Mondiale dei diritti dell’Infanzia. Nel 2016 l’Italia ha festeggiato un’occasione speciale: il 25esimo anniversario della ratifica della Convenzione dei diritti dell’infanzia dell’Onu.
Il carcere, pur essendo un luogo che i bambini sentono estraneo, minaccioso e potenzialmente traumatico è lo spazio che devono necessariamente frequentare per mantenere il legame con il proprio genitore, un legame fondamentale per la loro crescita. Un rapporto che si fonda sugli aspetti affettivi della relazione che rimangono intatti, e tali devono rimanere, e non sono legati al reato commesso dal genitore ed alla sua colpa. Il figlio continua ad amare il padre in carcere e ad essere amato.

VIVERE UN SEGRETO
“Sono bambini che vivono con un segreto perché hanno il papà in carcere e per questo vengono emarginati. Dobbiamo contrastare questa esclusione e liberarli dal peso della vergogna, è una responsabilità sociale a cui siamo tutti chiamati a rispondere” afferma Lia Sacerdote, presidente d’associazione Bambinisenzasbarre Onlus. L’interruzione dei legami affettivi tra figli e genitori detenuti, come statisticamente provato, può incrementare fenomeni di abbandono scolastico, devianza giovanile, illegalità, disagio sociale e aumentare i casi di detenzione tra i figli di genitori detenuti. La sicurezza sociale passa quindi anche dal mantenimento dei legami affettivi.

Sostenere il genitore detenuto a svolgere il proprio ruolo di mamma o papà è anche un intervento di prevenzione sociale a vantaggio non solo della comunità, ma anche della persona reclusa che – una volta terminato il suo percorso – torna più raramente a commettere reati (recidiva) rispetto a chi nel corso della detenzione non ha mantenuto il legame con la propria famiglia.

PARTITE DI CALCIO DEI PAPA’ DETENUTI
Nel corso della campagna Bambinisenzasbarre ha organizzato, con il sostegno del Dipartimento dell’Amministrazione penitenziaria del Ministero della Giustizia, la seconda edizione della “Partita di calcio Bambinisenzasbarre” tra detenuti con o senza figli all’interno delle carceri in tutto il territorio nazionale.

L’esperienza della Carta dei figli dei detenuti ha portato l’Italia a essere capofila a livello internazionale. L’Intergruppo del Parlamento Europeo per i diritti dell’infanzia ha deciso di proporre formalmente che la Carta dei figli dei detenuti italiana sia adottata da tutti i Paesi dell’Unione Europea.
Passaggio cruciale è stata la presentazione, il 30 novembre a Bruxelles, della Carta ai deputati europei da parte di Bambinisenzasbarre e dal Ministero di Giustizia del nostro Paese.

Anche la rete Cope (Children of Prisoners Europe), costituita da 21 Ong di altrettanti Paesi (Bambinisenzasbarre fa parte del board), ha chiesto, attraverso i suoi membri, che i rispettivi governi adottino una Carta simile a quella italiana.

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