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Campagna europea: “Non è un mio crimine, ma una mia condanna”

Quest’anno la Campagna europea della rete COPE ha al centro della comunicazione la Carta dei diritti dei figli dei genitori detenuti (“Memorandum of Understanding”), creata e firmata in Italia (2014) e unica in Europa.
Le ventun associazioni europee di COPE (Children of Prisoners Europe) si impegnano, iniziando in questo mese di giugno, a chiedere una Carta (MoU) analoga ai governi e parlamenti dei rispettivi paesi e al Parlamento Europeo.

È il settimo anno che Bambinisenzasbarre si trova impegnata, nel network di COPE, nella Campagna europea d’informazione di giugno “Non un mio crimine, ma una mia condanna”, che richiama l’attenzione di tutti, italiani ed europei, sulla situazione vissuta dai figli di genitori detenuti (2,1 milioni di bambini se si considerano i paesi del Consiglio d’Europa).

Carcere di Opera, Milano, l’Area verde

In Italia “Carceri Aperte” per tutto giugno
Ogni Paese della rete si impegna a diffondere informazioni e organizzare iniziative sul tema della tutela dei diritti dei figli di genitori detenuti, anche attraverso i media radio televisivi nazionali e locali.
L’Italia, grazie alla collaborazione del Ministero di Giustizia, è il primo Paese in Europa che coinvolga tutto il sistema penitenziario con il Programma “Carceri Aperte”, invitando gli Istituti a organizzare iniziative (dai dibattiti agli incontri nelle aree verdi) che coinvolgano i bambini e le famiglie dei detenuti. Invitiamo gli istituti a inviarci foto e notizie delle iniziative in corso (> associazione@bambinisenzasbarre.org).

Portare la “Carta dei diritti dei figli dei detenuti” in tutta Europa
La Campagna 2016 pone ancora una volta l’Italia come capofila della richiesta all’Unione Europea, ed in particolare alla Commissione Giustizia, di adottare il modello della Carta italiana e garantire così ai figli di genitori detenuti, il diritto alla continuità del legame affettivo con il proprio genitore in regime di detenzione e, a quest’ultimo, il proprio diritto alla genitorialità.
Quest’anno sono proprio i 100.000 bambini italiani, che ogni giorno entrano in carcere per incontrare il proprio genitore detenuto, e il carcere deve essere in grado di accoglierli, come definito dalla “Carta dei figli dei genitori detenuti”, il Protocollo d’Intesa firmato in Italia, unica in Europa, il 21 marzo 2014 dal Ministero della Giustizia, l’Autorità Garante dell’Infanzia e dell’Adolescenza e l’Associazione Bambinisenzasbarre a tutela dei diritti dei 100mila bambini e adolescenti che entrano nelle carceri italiane.
La Carta traduce i bisogni di questi bambini in diritti consentendo loro di non sentirsi più colpevoli.

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