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Al traguardo lo Spazio Giallo nel carcere di Bergamo

La Rete di Bambinisenzasbarre accoglie i bambini che incontrano il papà o la mamma detenuti

Al  via lo Spazio Giallo nel carcere di Bergamo. Il 30 settembre è stato raggiunto il traguardo delle donazioni necessarie per rendere disponibile il finanziamento della  Fondazione della Comunità Bergamasca Onlus che copre la parte restante.

Ogni mese sono circa 300 i bambini entrano in carcere per mantenere il legame con il papà o la mamma detenuti e lo Spazio Giallo del carcere di Bergamo, gestito da Bambinisenzasbarre, è il luogo di attesa e preparazione, dove si cerca di ridurre l’impatto della detenzione del genitore sul bambino. L’Istituto ospita oltre 500 persone detenute.

I bisogni dei bambini sono diventati diritti anche grazie al Protocollo firmato lo scorso 6 settembre dal Ministro della Giustizia Andrea Orlando, dalla Garante dell’Infanzia Filomena Albano e dalla presidente dell’Associazione Bambinisenzasbarre Lia Sacerdote. La Carta è un documento unico in Europa che impegna il sistema penitenziario a confrontarsi con la presenza quotidiana del bambino in carcere e con il peso che la detenzione del proprio genitore comporta.

Bambinisenzasbarre da 14 anni lavora per tutelare i bisogni dei bambini figli dei detenuti, con una rete strutturata della quale fa parte lo Spazio Giallo della Casa Circondariale di Bergamo. Lo Spazio Giallo è un modello d’accoglienza. I bambini che entrano in carcere per visitare un familiare possono giocare, disegnare, chiacchierare, leggere, ma soprattutto tessere relazioni. La sala d’attesa è stata decorata con i disegni che durante l’anno i bambini che frequentano lo spazio hanno fatto. Sono i segni che, mentre parlano ai bambini di se stessi autorizzandoli a riconoscersi ed essere riconosciuti, affermano anche la loro presenza in un luogo per definizione estraneo ai bambini.

Tra le attività condotte dall’Associazione all’interno della Casa Circondariale di Bergamo ci sono anche il supporto alla genitorialità, attraverso percorsi di sostegno condivisi e sostenuti dall’equipe pedagogica del carcere e il confronto e collaborazione con le realtà del territorio bergamasco che lavorano all’interno del carcere e con gli operatori dello stesso istituto.

Lo Spazio Giallo del carcere di Bergamo fa parte di una Rete pilota che coinvolge numerosi istituti penitenziari in Lombardia, Piemonte, Emilia Romagna e Campania. Alla base c’è la convinzione che lo sguardo dei bambini può trasformare e umanizzare il carcere, che è costretto a prendere in considerazione la loro presenza, se pure paradossale, e quindi attrezzarsi per accoglierli. Questa trasformazione ricade anche positivamente sul miglioramento della qualità della vita del genitore detenuto.

 

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