Per la prima volta al Sud la rete di accoglienza per i figli di genitori detenuti. È stato inaugurato il 30 giugno lo Spazio Giallo creato all’interno del carcere di Secondigliano a Napoli: il percorso di accoglienza creato dall’associazione Bambinisenzasbarre che aiuta il bambino a orientarsi e ad attenuare l’impatto con un ambiente potenzialmente traumatico.
Il Provveditore della Campania, Tommaso Contestabile, conferma l’attenzione al tema dei bambini in carcere e comunica alcuni dati relativi alla sua regione: “Questo Provveditorato in linea con la riforma penitenziaria ha sollecitato e predisposto che nei 15 istituti di competenza ci fosse un’attenzione ai colloqui con i familiari dei detenuti ed in particolare nei confronti dei minori. Ad oggi, risulta che in 5 Istituti vi sono delle Ludoteche e in 2 sono in fase di allestimento; inoltre in 9 Istituti vi sono degli appositi spazi dedicati all’accoglienza dei bambini. Spesso questa accoglienza è supportata grazie a gruppi di volontari che seguono i bambini nell’attesa dei colloqui con i propri genitori”.
Gli fa eco Liberato Guerriero direttore della Casa Circondariale di Secondigliano: “Il carcere di Secondigliano è uno dei più grandi delle terre meridionali e ospita circa 1300 persone. Siamo felicissimi di poter ospitare questo progetto di Bambinisenzasbarrre perché diamo un’attenzione importante ai bambini, ai figli dei detenuti.”
Il progetto che è stato sostenuto dall’Associazione Enel Cuore, di Fondazione Banco di Napoli, Fondazione Banca delle Comunicazioni e Fondazione Grimaldi, e sarà a disposizione dei circa 5mila figli che entrano ogni anno nel carcere napoletano per incontrare il proprio papà.
Lo Spazio Giallo è il luogo per i bambini all’interno del carcere. Qui gli operatori possono intercettarne i bisogni, accoglierli in uno spazio dedicato a loro dove si preparano all’incontro con il genitore. La Rete di accoglienza è attiva in Lombardia, Emilia Romagna e Piemonte. Lo Spazio Giallo di Secondigliano è il primo aperto al Sud.
L’inaugurazione dello Spazio Giallo di Napoli fa parte delle iniziative della Campagna europea “Non un mio crimine, ma una mia condanna”, alla quale Bambinisenzasbarre partecipa per il settimo anno. Focus del 2016 è la richiesta delle ventuno associazioni europee di COPE (Children of Prisoners Europe) di portare la Carta italiana dei diritti dei figli dei detenuti in Europa. Le associazioni europee chiedono l’adozione del Protocollo d’Intesa, firmato in Italia nel 2014 dal Ministero della Giustizia, dall’Autorità Garante dell’Infanzia e dell’Adolescenza e dall’Associazione Bambinisenzasbarre, una Carta “rivoluzionaria che riconosce formalmente il diritto dei bambini a mantenere la relazione con il genitore detenuto, e a quest’ultimo riconosce il diritto di essere genitore”.
“L’Italia è il primo Paese che ha siglato questa Carta – afferma Lia Sacerdote, presidente dell’associazione-. Una firma ed un segno forte per i 100mila figli di genitori detenuti, in sé è uno strumento radicale che ha trasformato i bisogni di questi minori in diritti, consentendo loro di non sentirsi più colpevoli e contrastando l’emarginazione sociale a cui sono esposti”.
Lo Spazio Giallo è un sistema creato per attenuare l’impatto con il carcere, un’esperienza che può essere potenzialmente traumatica. Prevede interventi di attenzione e di cura al bambino che entra in carcere e interventi di sostegno al nucleo familiare.
Il bambino che entra in carcere ha bisogno di orientarsi nei luoghi e nei momenti che andrà a vivere, riconoscendoli. Per questo lo Spazio Giallo è organizzato da due elementi:
TROVOPAPA: la mappa che mostra loro il percorso prima di raggiungere il proprio genitore.
ASPETTO QUI: è lo spazio fisico all’interno del carcere dove i bambini si preparano all’incontro con il genitore e “decantano” le emozioni dell’incontro avvenuto.
Sono oltre 100mila i bambini in Italia (2,1 milioni in Europa) che ogni anno varcano la soglia del carcere per incontrare la mamma o il papà detenuto. Ma i bambini con genitori detenuti non devono diventare adulti a rischio, perché come “tutti i bambini sono una promessa”.
Il sistema penitenziario deve farsi carico di questi bambini, riconoscendo il loro inalienabile diritto all’affetto ed al mantenimento del legame con la mamma o il papà in detenzione e attrezzandosi per accoglierli. Nello stesso modo la società civile, non emarginandoli.
Per questo motivo Bambinisenzasbarre promuove il modello di accoglienza “Spazio Giallo”, già attivo in diverse carceri in Lombardia (a sinistra, l’inaugurazione del nuovo Spazio Giallo nel carcere di San Vittore a Milano, nel novembre 2015), Emilia Romagna e Piemonte.
Lo Spazio Giallo è anche un Osservatorio di ricerca permanente che cura l’aggiornamento annuale dei dati sulle carceri italiane (ricerca già condotta nel 2011 e 2013).
Si può contribuire alla creazione degli Spazi Gialli di Bambinisenzasbarre anche facendo direttamente un bonifico al nostro IBAN: IT68D050180160000 00001330313
L’intervento coniuga il diritto del bambino al mantenimento del legame affettivo con il genitore con la garanzia dell’esercizio del ruolo di genitore dell’adulto detenuto. Contrasta le possibili conseguenze dovute all’interruzione dei legami affettivi, dannose anche per la comunità, che vede – come statisticamente provato – aumentare i casi di detenzione nelle biografie dei figli di genitori detenuti, incrementare fenomeni di abbandono scolastico, devianza giovanile, disoccupazione, illegalità, disagio sociale; e inoltre aiuta a prevenire le difficoltà emozionali e relazionali del bambino e il loro effetto negativo sul suo sviluppo psicoaffettivo, aiutando allo stesso tempo il genitore a conservare e continuare a svolgere il suo ruolo genitoriale.
Il progetto, che esiste grazie al sostegno di Enel Cuore e della Fondazione Istituto Banco di Napoli, la Fondazione Banca delle Comunicazioni e la Fondazione Grimaldi, ha bisogno anche del contributo del territorio per poter esistere ogni giorno.
Bambinisenzasbarre Onlus promuove il mantenimento della relazione figlio genitore durante la detenzione
e sensibilizza la società civile perché si faccia carico dei diritti umani, sanciti dalle convenzioni internazionali, in favore dei minorenni separati dai propri genitori detenuti, affinché il diritto alla genitorialità venga garantito, culturalmente assimilato e reso parte del sistema valoriale.
Membro della direzione della rete europea COPE, Children of Prisoners Europe, con sede a Parigi, è presente in Italia da 18 anni. Opera direttamente a Milano e in Lombardia ed è attiva in rete sul territorio nazionale con il modello di accoglienza Spazio Giallo.
Ricordiamo che 21 marzo 2014 la presidente di Bambinisenzasbarre ha firmato con il Ministro della Giustizia, il Garante nazionale dell’Infanzia e dell’adolescenza il Protocollo d’intesa, la prima Carta dei diritti dei figli di genitori detenuti in Europa. Si tratta della prima Carta in Italia e in Europa a tutela dei diritti dei 100mila bambini e adolescenti che entrano nelle carceri italiane.