Due storie che i papà del “Gruppo di parola” del padiglione C – carcere Lorusso Cotugno di Torino – hanno creato e disegnato con i loro figli durante il “Colloquio con papà”. *
Il Margine Cooperativa Sociale, Torino – Partner del Progetto “Il carcere alla prova dei bambini e delle loro famiglie-Applicazione della Carta dei diritti dei figli di genitori detenuti” **
a cura di Letizia Forlani
Due orsi
Questa è la storia di due orsi, uno grigio e uno marrone, che stanno vicini. Non parlano ma dentro quel silenzio si sentono molte parole, tutte le parole che non si sono mai detti. Guardano l’orizzonte. Un giorno, la distanza tra i due diventa reale, uno dentro l’altro fuori. Non ci si può vedere quando si vuole, ora bisogna prenotare i colloqui. Non si può mangiare quello che si vuole, ora bisogna aspettare il pacco oppure accontentarsi di prendere qualcosa dal carrello. Anche le comunicazioni quotidiane diventano più complicate, bisogna aspettare la posta che non arriva tutti i giorni e prima deve essere controllata.
Le distanze si fanno sentire, ma i due orsi sono uniti da un arcobaleno, tanti colori quante sono le emozioni che provano quando si vedono da soli durante il “colloquio con papà”. Quello è un momento speciale, un’ora dedicata solo a loro, un momento per ricreare quello che il carcere rischia di rompere, i legami. I legami tra genitori e figli, tra mogli e mariti.
Bisogna trovare nuovi equilibri, gli orsi sono separati ma c’è un filo con un monociclo che permette loro di incontrarsi, riunirsi e non perdersi. È un percorso difficile, un orso su un monociclo… assurdo da immaginare, ma la voglia di non perdersi è più forte e quindi si fa anche questo!
Si supera la paura e si inforca il monociclo, pronti per una nuova avventura.
Forse, il peggio è passato, e gli orsi finalmente vedono il castello all’orizzonte, la strada è lunga e impervia ma alla fine, nella fortezza, c’è la principessa che li aspetta.
Due leoncini e un leone
Ci sono due leoncini e un leone, il leone più grande è chiuso in gabbia, mostra i denti, sembra feroce ma in realtà questa è solo una maschera, quel leone farebbe di tutto per i suoi piccoli, sarebbe disposto a superare anche un vulcano che brucia la foresta.
Non è di molte parole, fatica ad aprirsi con le persone e ancora di più fatica a fidarsi, ha paura di essere giudicato. La vita gli ha dato tante batoste, tante quanti sono gli anni che ha trascorso dentro e fuori dal carcere.
Papà leone farebbe di tutto per loro, è disposto a superare ogni ostacolo e nonostante la vita l’abbia molto segnato, lui sarà meglio di suo padre e li porterà in salvo, trovando una scala che li porterà fino ad un porto sicuro, da lì partiranno a bordo di una nave chiamata “speranza” e andranno via, lontano.
* Il “Colloquio con papà” è una delle azioni del progetto “Il carcere alla prova dei bambini e delle loro famiglie-Applicazione della Carta dei diritti dei figli di genitori detenuti” di cui Bambinisenzasbarre è capofila.
Il “Colloquio con papà” prevede incontri esclusivi tra genitore detenuto e figlio in cui la relazione possa esprimersi senza la presenza-interferenza di altri parenti adulti, solitamente presenti nei colloqui ordinari in carcere. Il “Colloquio con papà” è una delle azioni in programma per l’applicazione degli articoli della “Carta dei Diritti dei figli di genitori detenuti” (art. 5 della Carta).
** Progetto “Il carcere alla prova dei bambini e delle loro famiglie-Applicazione della Carta dei diritti dei figli di genitori detenuti”, un progetto selezionato da Con i Bambini nell’ambito del “Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile”, di cui l’Associazione Bambini senza sbarre ETS è capofila.